Quale futuro per l’Unione Europea
Ciclo di lezioni per l’anno 2024
Le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo del 6-9 giugno 2024 confermano l’attualità e la rilevanza del tema “Europa”, delle sue prospettive e delle connesse difficoltà. Obiettivo dell’Istituto Lombardo Accademia di Scienze e Lettere, nel proporre il programma del ciclo di lezioni per l’anno accademico 2024, intitolato al futuro dell’Unione Europea, è quindi quello di affrontare il tema con una visione ampia. Infatti alcune conferenze affronteranno le tematiche giuridiche, economiche, politico-sociali e scientifico-tecniche più rilevanti (ruolo del diritto europeo, inflazione e Banca Centrale, regolamentazione dei rapporti economici fra gli Stati membri, elezioni 2024 del Parlamento europeo e governo dell’Unione, politiche ambientali, energetiche, sociali, spaziali e della difesa). Altre lezioni proporranno aspetti in prospettiva storico-culturale (complessità linguistica, radici storiche ed evoluzione del concetto di Europa e dei suoi “contenuti” musicali e letterari, rapporti tra Occidente e Oriente europeo, relazione fra scambi di tecniche e visione comune della società nelle arti).
L’auspicio è che questa analisi articolata possa fornire strumenti e dati di conoscenza utili per interpretare il percorso sinora compiuto e quanto in prospettiva sarà possibile realizzare nel lungo e complesso iter verso una democrazia sovranazionale.
Istituto Lombardo, Università degli Studi di Pavia
Nazioni ed Europa nella storia della musica
La storia della musica come disciplina storico-artistica è nata alla fine del Settecento e si è affermata nel secolo successivo; fin dall’inizio ha avuto come oggetto principale la musica d’arte europea, con le sue propaggini in altri continenti, mentre lo studio sistematico di culture musicali diverse (civiltà extraeuropee, repertori semicolti e popolari) è nato più tardi come oggetto di discipline specifiche. Nell’Ottocento la storia della musica è stata concepita sotto il segno dell’ideologia nazionalistica, che ha continuato a condizionarne l’impianto ben oltre il momento del suo declino. La narrazione storica è stata quindi organizzata secondo il modello delle “scuole”, coincidenti con il campo linguistico di nazioni culturalmente o politicamente egemoni in competizione tra di loro, in particolare Francia, Italia e Germania. Attorno a queste tradizioni considerate “centrali” si collocavano quelle “periferiche” di aree quali la penisola iberica, le isole britanniche, il nord e l’est dell’Europa, identificate con l’etichetta fuorviante di “scuole nazionali” per antonomasia. Benché questa costruzione storiografica continui a essere influente a livello manualistico e divulgativo, essa si può considerare ormai superata. Se sono certamente avvertibili differenze di linguaggio e di stile tra le musiche di diverse aree geografiche, a volte influenzate dai sostrati di musica popolare, altrettanto importante è la rete di influenze reciproche tra le varie tradizioni, che si realizza con la circolazione, in tutta Europa e poi nel mondo, di compositori, esecutori, partiture manoscritte e a stampa, ma anche con l’emulazione tra istituzioni (cappelle, corti) e persone (committenti ecclesiastici aristocratici e borghesi, impresari) che alimentano la produzione e la diffusione della musica d’arte. L’importanza di tali movimenti viene esemplificata in tre momenti chiave della storia della musica europea: la polifonia tardomedievale; l’età di Bach e di Händel; le avanguardie del primo Novecento.
La partecipazione è libera e gratuita. L'incontro si svolge in presenza e in diretta streaming.
Per seguire la diretta su zoom: ID riunione: 585 970 7979 / passcode: 7bN63g